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domenica 1 giugno 2014

Sushi? Brasiliano, grazie. - Marianna Masciandaro

A Milano la cucina giapponese è un must. La città pullula di ristoranti dagli occhi a mandorla, in ogni zona ve ne sono almeno tre o quattro. Sarà che qui si è ancora alla ricerca di una precisa identità culinaria, sarà che mangiare giapponese fa figo. Fatto sta che non c’è milanese (o presunto tale) che io conosca che non apprezzi il “giappo”.

A me (che ve lo dico a fare!) non fa impazzire. Anzi, direi che ingurgitare quei pezzi di riso costantemente freddi e gommosi mi fa passare la voglia di mangiare. Per non parlare di quelle salsine dal sapore di dentifricio che qualcuno reputa irresistibili. Ma d’altronde: De gustibus non disputandum est! Eppure, una cosa dovrete concedermela: i fritti del giapponese sono improponibili per davvero. Il sapore del pesce scompare completamente per essere avvolto in questo ammasso di olio che fa schizzare i trigliceridi. Ammetto che i piatti di pesce sono tra i miei preferiti: saperli cucinare riuscendo a mantenere intatto il sapore del pesce è arte di pochi. Forse non dei giapponesi (che non me ne vogliano!).

Detto ciò, vi racconterò di un’esperienza che mi ha piacevolmente colpito: si tratta dell’originale rivisitazione brasiliana del sushi, ovvero Temakinho. Uno staff di ragazzi e ragazze (rigorosamente made in Brazil) con indosso camicie coloratissime, ti accoglie in un ristorante in cui fai fatica a cogliere il mix tra Giappone e Brasile, ma che di sicuro è riuscito a reinterpretare a dovere il sushi. Che per il mio palato vuol dire: aver reso quel riso gustoso, piacevole, che quasi si scioglie in bocca (altro che gommoso). Degne di nota sono anche le comodissime bacchette con cui è possibile mangiare senza alcuna difficoltà. Il tutto è accompagnato da una scelta di bevande che vanno dalla capirinha al guaranà a una serie di freschissimi frullati di frutti esotici. Una menzione speciale merita il caffè, nota dolente di bar e ristoranti milanesi e che qui, al contrario, ho trovato molto buono, oltre che ristretto. L’atmosfera è allegra, accogliente e al tempo stesso rilassante. Sarà perchè sono brasiliani, ma i camerieri hanno sempre il sorriso sulle labbra. Così, quella che dovrebbe essere banale prassi, diventa elemento di pregio di questo ristorante. Insomma, cari giapponesi, ho la sensazione che i nostri amici brasiliani vi ruberanno la piazza.

Le porzioni sono decisamente contenute, i prezzi un pò meno, anche se a mio avviso restano nella media milanese. Un dettaglio non trascurabile è la prenotazione: nel week end è sempre pienissimo.

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