Google+ Il Giullare Cantastorie - Scrittori, artisti e band emergenti: E se la trattoria non è poi così... "trattoria"? - Marianna Masciandaro

martedì 18 marzo 2014

E se la trattoria non è poi così... "trattoria"? - Marianna Masciandaro

In Corso di Porta Ticinese, a pochi passi dalle Colonne di San Lorenzo, un’insegna ingannevole recita “Trattoria toscana”. Bastano pochi istanti per accorgersi che il suddetto ristorante di “trattoria” non ha un bel niente.

Non appena si mette piede dentro, infatti, si ha l’impressione di essere approdati in un night club. Calma, è solo l’ingresso. Un ingresso sui generis, va bene, ma mai giudicare dalle apparenze. Quindi, proseguiamo e facciamoci tentare dalle specialità toscane. In fondo, a ricordarti che la cucina è toscana ci pensa l’enorme pezzo di carne rinchiuso in una vetrinetta. Il passo successivo è uno stretto corridoio su cui sporge la cucina a vista. Dopodiché, finalmente, si accede al ristorante. Qui l’atmosfera cambia: sembra di essere finiti, come per magia, in uno di quei saloni per cene da nave da crociera. Che delusione! Ma dov’è la trattoria toscana?

Non demordo, sediamoci e proviamo a guardare il menu che prevede una vasta scelta tra primi piatti, secondi di carne e di pesce. Ok, ma che prezzi! (una cotoletta con rucola e pomodori 20 euro!!!). Ma non si trattava di “trattoria”?

Ormai ci siamo e quindi ordiniamo. Uno sbrigativo cameriere prende le ordinazioni e alla mia richiesta di poter avere delle patate come accompagnamento al piatto che ho scelto, mi risponde con estremo candore che il piatto prevede un contorno di insalata e pomodorini, ma di non preoccuparmi perchè, è loro buona prassi servire dei vassoi di patatine da dividere con il resto dei commensali. Ottimo, penso. Allora vada per il contorno previsto e poi mangerò anche qualche patatina.

Già, tutto come aveva garantito il cameriere: arrivano i nostri piatti e due vassoi di patatine da condividere. Peccato che siano fredde e sembra che stiano lì da giorni. Vabbè, ma non lamentiamoci troppo, in fondo i piatti (tagliate di manzo con funghi o crema di radicchio, salmone alla griglia e cotolette varie) non sono poi così male.

Allora, non ci resta che pagare ed ecco che il conto è servito: quasi 40 euro a testa! Ma come? Un paio di vassoi di antipasti di salumi, un piatto di carne o pesce per ognuno e due vassoi di patatine… 40 euro?! Bhè, mi sembra veramente un po’ troppo. Allora, diamo meglio un occhio al conto: alla voce patatine campeggia una cifra da far sgranare gli occhi: 20 euro a vassoio!!! Ma dove era specificato il prezzo delle patatine? Sul menu non compare. E allora mi sento davvero un po’ ingannata.

Che non sia una trattoria è chiaro, che i prezzi non corrispondano alla qualità anche. Ma propinare qualcosa, il cui prezzo si è furbamente provveduto a eliminare dal menu, come “gentile prassi della casa”, proprio non mi sta bene.

E allora, mia cara trattoria, il mio primo post è per te. Mai ingannare il cliente. Non solo non tornerà più ma farà in modo che anche altri non ci mettano mai piede.

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2 commenti:

  1. cara Marianna il tuo post è veramente carino, aneddoto che accomuna molti di noi, Forse non era la stessa trattoria, ma uguale era la beffa. Magari a farci un salto, in Toscana, con un volo a prezzo stracciato, l'avremmo spuntata a miglior prezzo e miglior qualità.

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  2. Già, situazioni del genere sono sempre più frequenti. Ma è possibile che una città così culturalmente contaminata come Milano sia realmente incapace di offrire una buona qualità del cibo? Sul mio blog provo a raccontare le mie esperienze e magari a cercare una risposta a quest'interrogativo!

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