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martedì 27 maggio 2014

Poesia Italiana: La polizia può sparare - Lorenzomonfreg

E poi uno deve leggere una roba del genere: 
“””Un’indagine letteraria sulla poesia contemporanea dovrebbe utilizzare, come in un’indagine poliziesca, un paradigma indiziario; ciò consentirebbe di sottoporre i poeti a delle vere e proprie inchieste e, conseguentemente, di trattare i loro testi (le poesie) come verbali d’interrogatorio.”””
(fonte: cerca su google se ci tieni)
Ora, uno legge questa cosa. E un po’ il conatus gli viene. Perché, al di là del contesto e al di là delle intenzioni certamente nobilissime, salta fuori una sola considerazione istintiva:

“Poesia” con accanto, nell’ordine:

“Indagine poliziesca” + “Verbale” + “Interrogatorio” …

Beh, ce n’era proprio bisogno. Ora la sola cosa che manca è mandare le cartelle esattoriali a chi non rispetta la metrica.

Perché leggendo quanto sopra, o siamo di fronte all’apertura di un saggio su Kafka, o a un nuovo potenziale segno di una:

Cultura già affondata da un Clero Mummificato di Burocrati, Cerimonieri e Sbirri.

Intendiamoci. Sono più che sicuro che esistano dei poliziotti poeti. E di certo neanche loro si sognerebbero di fare uninterrogatorio alle parole.

No, roba del genere è proprio materia culturale che sbuca fuori senza neanche volere, con innocenza assoluta, come i colpi di coda di un Classe Sacerdotale a cui è rimasto solo il sogno di sbattere in cella qualcuno che scrive senza omaggiare la conservazione, fosse pure la conservazione di una certa idea conveniente di Rivoluzione.

La conservazione.

Non della Poesia, ma della sua Polizia.

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