Google+ Il Giullare Cantastorie - Scrittori, artisti e band emergenti: Bonarda d'agosto - Jacopo Marocco

martedì 20 maggio 2014

Bonarda d'agosto - Jacopo Marocco

Alla fine papà aveva preso all’Eurospin una bottiglia da un litro e mezzo di Bonarda.

Faceva cagare a tutti, perché a nessuno piaceva quella frizzantezza, però era comunque alcolica e allora ok.
A me quel nome, Bonarda, faceva pensare a una canzone di Battiato, che però non diceva Bonarda, ma Bonaccia, Bonaccia d’agosto. Così, ogni volta che incrociavo lo sguardo con l’etichetta del vino, mi veniva alla mente la Bonarda d’agosto.
La Bonarda d’agosto non calmerà i nostri sensi.

Mangiammo quello che c’era. Pane e salame e qualche bruschetta.
Mangiammo poco, però bevemmo. Bevemmo tutti: io, mio fratello, mia madre e mio padre.

Mio padre, finita la Bonarda, tirò fuori una bottiglia di grappa che era in frigo. Ce n’era rimasta mezza bottiglia, e visto che comunque prima avevamo bevuto la Bonarda, tutti vedemmo quella bottiglia come mezza piena.

Al secondo giro di grappa, già avevamo i nostri indici puntati ognuno sull’altro.
Mia madre accusava mio fratello di non fare nulla per cercarsi un lavoro.

La Bonarda d’agosto non calmerà i nostri sensi

Mio fratello accusava me di non aiutarlo, in generale.

La Bonarda d’agosto non calmerà i nostri sensi

Io accusavo mio padre di bere troppo e fregarsene della sua famiglia.

La Bonarda d’agosto non calmerà i nostri sensi

Mio padre accusava mia madre di spendere tutti i soldi che le dava in Gratta e Vinci.

La Bonarda d’agosto non calmerà i nostri sensi

Nel frattempo, ognuno rispondeva alla accuse.

Mio fratello diceva che non era colpa sua se c’era la Crisi, e non era colpa sua se io che lavoravo alla segheria non facevo nulla per far entrare a lavorare pure lui.

La Bonarda d’agosto non calmerà i nostri sensi

Io dicevo che alla segheria quasi non c’era più posto per me, figuriamoci per lui. E che comunque il problema non era questo, ma il fatto che nostro padre se n’era sempre sbattuto di noi, e che se avesse smesso di bere, forse non avrebbe perso la posizione che aveva nel Partito, e così, magari, qualcosa per me e mio fratello, un posticino da qualche parte migliore della segheria, forse l’avrebbe potuto rimediare.

La Bonarda d’agosto non calmerà i nostri sensi

Mio padre diceva che nel Partito ora c’erano i “nuovi”, ed erano loro che ora si spartivano la torta con altri, più o meno nuovi. Ed era stato per colpa di questi “nuovi” che lui era stato cacciato, perché dovevano far vedere che qualcuno dei “vecchi” veniva mandato via. Il bere, “sempre che il mio si possa definire “bere””, non c’entrava nulla. E in ogni caso, il vero problema era che i pochi soldi che avevamo, venivano sputtanati da nostra madre coi Gratta e Vinci.

La Bonarda d’agosto non calmerà i nostri sensi

Mia madre diceva che mio fratello era uno scansafatiche, e che comunque ora giocava molto meno ai Gratta e Vinci. Solo due da due euro al giorno. Niente di più.

A un certo punto mio padre s’incazzò con mio fratello dopo che se n’era uscito col fatto che, al di là della Crisi, non c’era un lavoro adatto a lui. Così mio padre prese un pezzo di pane rimasto in tavola, lo scaraventò a terra con rabbia e andò a vedersi la tv in camera. Prima però ci augurò qualcosa, tipo un infarto o qualche male del genere.
La grappa era finita.

La Bonarda d’agosto non calmerà i nostri sensi

Mia madre si mise a piangere.

La Bonarda d’agosto non calmerà i nostri sensi

Mio fratello rispose con un rutto.

La Bonarda d’agosto non calmerà i nostri sensi


Scolai quello che c’era rimasto nel bicchiere e andai in camera mia.
Accesi il computer ed andai su internet col solo intento di trovare ed ascoltare, con netto ritardo rispetto a quando era uscita, una delle ultime canzoni di un cantante che mi piaceva. La trovai.
“E’ solo un momento di crisi di passaggio che io e il mondo stiamo attraversando,
è solo un momento di crisi di passaggio che io e il mondo stiamo superando”.
Sorrisi, mi sdraiai sul letto e iniziai a sognare. Ad occhi semi aperti.

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