Google+ Il Giullare Cantastorie - Scrittori, artisti e band emergenti: Piove - Stefania Stravato

venerdì 25 aprile 2014

Piove - Stefania Stravato

Piove.
Piove da mille anni.
Come questa tristezza che cade, goccia a goccia e ancora non colma l'abisso.
E neppure tutti i gusci di conchiglia, sparsi qui a terra, in questa casa di stanze grandi, dove la luce sbatte sui muri e non riflette nient'altro che ombre sottili e nere.
Sarà così per sempre.
Per tutte le vite, da quelle passate a quelle a venire.
Restare con le braccia nude a tenermi stretto il cuore che si sgrana, 
guardando la notte attaccata ai vetri.
Piove.
In questa primavera già sepolta dai suoi prati fioriti.
Sta sottoterra, a ricomporsi con le ossa dell'inverno, con gli archi dei violini, con i miei occhi di ragazza, con una guerra persa, con un rimpianto imperdonabile. 
Con lo straccio di una bandiera rossa. 
Con il mio sangue che diventò nero sul pavimento di una cantina.
Con le vie fiancheggiate di ginestre, che scendevano a mare sotto la luna.
Io che sono nata d'inverno, sono la colpa di troppa nostalgia.
Piove.
Intorno e dentro e il silenzio è una fitta lunga e continua che segna la mappa delle vene.
Piove.
E sono arrivata fin qui, bambina uccisa troppe volte, piegando i giorni e le trappole degli dei, con il tuo nome nascosto a tremare sottopelle, come un segreto, 
come un peccato mai commesso.
Come un grido zittito dai passi di un'altra appartenenza.
Come la lama lucente di un coltello che oggi scelgo per morire.
Ma non volto le spalle, nemmeno adesso.
La guardo in faccia la morte che arriva, come allora.
Con la pioggia che cade negli occhi e diluisce il nero.
In silenzio.
Che di parole lei non sa che farsene.
E nemmeno io, nemmeno tu.

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