Google+ Il Giullare Cantastorie - Scrittori, artisti e band emergenti: Legge islamica e vino rossonei locali: Dubai è anche questo - Valentina Polini

sabato 12 aprile 2014

Legge islamica e vino rossonei locali: Dubai è anche questo - Valentina Polini

Non fa ancora tanto caldo che il formaggio si scioglie già tra le dita prima ancora di tagliarlo. Il cielo ha una foschia particolarmente intensa, e non è mai terso e azzurro. Sembra sempre poco cristallino, le nuvole sono scialbe e il Sole cala a picco nelle ore di punta, proprio come le estati siciliane, quando camminare dopo pranzo sembra un’impresa.

In questi primi 10 giorni, tra alti e bassi, ho goduto la quotidianità di una città ex-Eldorado che il mondo ricorda solo per i grattacieli fantasmagorici, le Lamborghini e le Ferrari che sfrecciano nelle strade e il lusso degli hotel a “7 stelle”. Questa è la Dubai che si conosce, che si ama, che si invidia e che, spesso, si agogna. A metterci dentro il naso, però, il sistema è molto più complicato di ciò che appare, il sottobosco molto più controverso, e le regole molto più ferree ma anche bizzarre, a dispetto di ciò che dovrebbe essere volendo perseguire fedelmente la famosa “Sharia“, ovvero la legge islamica che qui è Costituzione, legge civile e morale. Per tutto, d’altronde, c’è una soluzione. Basta chiudere un occhio e far finta di applicare le regole nel modo giusto, lasciando all’apparenza molta più evidente importanza che all’essenza stessa.

I locali sono gremiti di turisti, e di giovani occidentali tra i 20 e i 35 anni che qui a Dubai lavorano e si divertono. Trascorrono molteplici ore a bere vino rosso e ballare. Fino a quando la security non interviene tentando di rendere meno ostentata l’occidentalizzazione, che dalle nostre parti permette e concede senza alcun problema baci tra innamorati o giovani amanti. Baciarsi in pubblico non è gradito, non piace alla vista dei locali e dunque non è legale. Ma non è gradito nemmeno che due ragazzi maschi, divertendosi, possano saltarsi addosso e ballare animatamente. La security arriva prontamente, e con una nocca sulle spalle ti avverte che hai superato il limite di ciò che è la decenza per il luogo.

Passeggi per le strade e trovi, invece, donne scollatissime, tacchi vertiginosi e perizomi che si intravedono dalle gonne. Quello è concesso. E forse il danno peggiore delle religioni tutte è proprio questo rincorrere l’apparenza in maniera forsennata e ostentatamente bigotta. Ma è ancora presto perchè io possa criticare con effettiva lucidità ciò che è apparenza qui, e quale distinguo netti ci siano con l’Italia, per esempio. Di certo, tra il non avere regole e abituarsi a qualunque tipo di atto osceno o nudità, è sempre meglio avere limiti e controlli.

Un’altra particolarità della città che mi ha lasciata stranita è la totale assenza di articoli di cronaca nera sui quotidiani cartacei e online. Le notizie più importanti riguardano l’economia, la scuola e i miglioramenti tecnologici che vengono apportati, come l’uso delle “App” anche per noleggiare auto e prendere taxi. La multi-etnia coesiste a Dubai come non ci fossero problemi, e la necessità di delinquere non appare essere, appunto, una necessità. Che sia per l’incredibile efficienza della polizia, o per la capacità di far applicare regole e leggi, resta il fatto che l’emirato di Dubai è una “free zone” dove l’indice di criminalità è pari allo zero, e le porte di casa restano aperte con tranquillità e poca prudenza.

Una megalopoli culturale che ogni giorno tenta di far crescere i propri standard positivi, adulando a sempre nuovi record mozzafiato. Cosmopolita, umida, caldissima, affollata e mai dormiente, ma sicura e professionale.

Per essere una città ricostruita dal deserto in 60/70 anni, è all’avanguardia e la più avvezza a ricevere occidentali in carriera. In tutto questo marasma di caratteristiche e peculiarità che non riesco ancora ad elencare, c’è qualcosa di nascosto che brucia in città, c’è uno sfruttamento di cui non si parla, ci sono categorie schiavizzate per orari di lavoro e condizioni igienico\sanitarie degli affitti loro relegati. C’è anche qualcuno di troppo in carcere e da molti anni, qualcuno che pare non abbia alcuna colpa e di cui non si hanno notizie. C’è qualcosa di nascosto ma, se Dio vuole, avrò tempo e forza per scoprirlo e raccontarvelo.

Legge islamica e vino rosso nei locali. Dubai è una enorme bolla che esplode ogni giorno, ogni giorno si riempie di turisti ed espatriati, ogni giorno produce, ogni giorno brucia la pelle di chi vi cammina.

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