Vibrazione dell’anima sulla V Sinfonia di Beethoven.
Le quattro note d’apertura della V Sinfonia di Beethoven sono un perentorio monito all’umanità: il destino, malgrado tutte le nostre energie spese per opporci ad esso, si realizzerà. La lotta sarà faticosa, potrà farci apparire vittoriosi anche per lunghi tratti di strada: ma il destino si compirà.
Le crescenti scale alle quali abbandona l’essere umano il Titano della musica sono strazianti perché testimoniano la volontà di ognuno di noi di mostrarsi, di dire “Io ci sono!” Ma quelle 4 note sono sempre lì ad aspettarci.
Non possono consolare le aperture in maggiore, destinate ad infrangersi sugli scogli di una nota solitaria che perdura per battute e battute, fino ad esaurisi in un desolante silenzio.
Ma come ci diceva un filosofo che ha preceduto Beethoven di un secolo, Blaise Pascal, l’uomo è come una canna in questo universo: è estremamente fragile (e infatti il destino si compirà); ma è una canna che pensa. E nella sua situazione tragica si compie la sua grandezza. Perché solo l’uomo è in grado di conoscere il suo destino e tentare, in uno sforzo titanico, di opporvisi.
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