Google+ Il Giullare Cantastorie - Scrittori, artisti e band emergenti: Ritratti, con uno che prova a disturbare - Il mondo perfetto

martedì 25 marzo 2014

Ritratti, con uno che prova a disturbare - Il mondo perfetto

Ordine Zero - 6° Frammento, primo capitolo

Oggi come oggi,pensa Fabrizio,scrivere poesie non ha più molto senso. Si dice, nell'ora del tramonto, lo stesso discorso,motivandolo con i medesimi argomenti.La luce dorata di primavera lo accompagna, perché sembra proprio che quest'anno la pioggia e la foschia si siano dimenticati di Milano. Ma su questo l'ex pugile non scrive niente. Si,l'avrete capito:scrive poesie d'amore.Forse,in appendice a quest'opera,ne potrete leggere qualcuna.Per adesso Fabrizio le raccoglie sui tovaglioli e su un quadernetto con la copertina blu che gli hanno fatto avere.Se non stesse tutto questo tempo a pensare alle poesie,per poi rendicontare nella luce eterna del crepuscolo,si chiederebbe con maggiore insistenza perché ogni cosa che domanda gli viene esaudita.Ha chiesto,con voce imperiosa, di non avere visite,e la primavera trascorre con un mondo limaccioso che si immagina,fuori,ma senza facce note a fare capolino.Entra per i pasti l'infermiera.Lui le legge le poesie,e lei sorride.Non si domanda se lo fa per compiacerlo e,mentre addenta vorace un petto di pollo inondato di limone,si accontenta di quei sorrisi.
Fabrizio è proprio quello che sembra:un'anima semplice.Una spiegazione possibile del suo provare a farsi strada prendendo cazzotti in faccia,e sulle scapole etc,è proprio questa sua semplicità:la scuola è una merda;la lascio.Mio padre è un nazista;provo a fuggire.Così si ritrova in un ospedale,a scrivere versi a un'infermiera che,anche se non vuole ammetterlo a sé stesso,è un poco la sua carceriera.Le anime semplici non ammettono mai le cose troppo velocemente ma,qualità non comune,la semplicità di Fabrizio si unisce a un'intelligenza verace e profonda,cosa che non può sottrarlo a tante sfumature,e a qualche dolore di troppo.Non è uno sfigato,ma nemmeno un bel tenebroso.Un giorno d'autunno del 1986,guardando una sua foto a colori,una persona non meglio identificata gli dirà:"Ehi,ma qui sembravi Cristopher Lambert!".Questa anonima fonte ha tra le mani un ritratto del protagonista proprio negli anni successivi al suo ricovero,e quindi alle prime pagine della sua storia per noi.Fabrizio arrossisce (benché non abbiamo molte notizie della sua vita dopo la trentina,sappiamo che questa sua peculiarità non lo abbandonerà mai).In realtà i capelli sono più scuri,meno biondi e i tratti meno perfetti.Però in quella foto sorride,e la cosa cambia le carte in tavola.Dove gliel'hanno fatta?
La stanchezza lo prende subito dopo la colazione e avrebbe molta voglia di riaddormentarsi presto; cosa che non fa solo perchè gli è venuta in mente un'altra poesia.Sa che l'infermiera (di cui per ora non riveliamo i dati anagrafici) giudicherà i suoi scritti sempre più audaci e non gliene importa lo stesso.Se sono stato un cattivo pugile,si dice,allora sarò anche un cattivo poeta: solo che qua nessuno mi ammazzerà o tenterà di ammazzarmi,solo per il fatto che scrivo 'ste cose.
Così all'ora di cena (alla fine della degenza Fabrizio ancora non si sarà abituato alle cadenze dei pasti) l'infermiera entra fischiettando As tears go by,di solito,ma mica sempre,che vuole prima vedere com'è l'umore del suo poeta; di solito è buono, e lei entra fischiettando e sculettando,che è un po' come se pronunciasse il suo nome a voce alta.Lui le da il quaderno,lei ride e legge; si,esatto: ride,spesso,preventivamente.Lo fa perché si immagina le cose matte che quel ragazzo che aveva il naso spezzato può aver scritto.Legge i titoli e li indica,con il suo indice ben curato:"E che significa questo?".
Chi scrive non deve rompere la poesia delle cose,ma neppure negare la realtà.Così il romanziere non può girarsi dall'altra parte,e fare finta di non vedere.Non può lasciare che 'sto ragazzo con il naso scassato si beva tutti quei sorrisi.E lo stesso in fondo accade a Fabrizio:sa che lei recita un ruolo,sta lavorando,le hanno detto di essere premurosa e carina.Una nurse modello.Così fa finta che tutto ciò sia spontaneo:le illusioni lo aiutano un po' a dimenticare tutte le botte che ha preso.Ok,aggiunge poi,queste sono le tue bugie del cazzo.Sa che non può escludere una parte di verità,in quella finzione.Gli dispiace perfino che non ha più il suo vecchio specchio.E come la sente fischiettare As tears go by,lei che invece gli ricorda troppo Nancy Sinatra,che davvero le mancano solo gli stivali e la minigonna,apre le sue ali giovani ma indolenzite.E' solo per continuare quell'illusione che non fa troppe domande.Sa,infatti,che lei le risponderebbe.
Ogni tanto qualcuno prova a disturbare quei colloqui bussando timidamente alla porta.L'infermiera si scusa e va verso l'entrata marroncina,la apre per tipo due secondi e non dice nulla.Certo,pensa lui,non vorrei essere nei panni di quel disturbatore.Solo una prima volta ha chiesto se si trattava di un suo parente che lo reclamava.La ridente con il profilo della Sinatra,l'ascoltatrice indefessa,ha detto no.Se non si può con certezza spiegare la fiducia in uno sconosciuto allora non credo si possa farlo qui,una volta per tutte.Se fosse meno bella,si domanda banalmente Fabrizio,si fiderebbe allo stesso modo?
Ti amo,dice qualcuno,e la stanza ne è riempita.L'infermiera punta il dito e poi-in un sussulto di sincerità- Ti amo,è un titolo davvero semplice per una poesia (butta là un semplice ma pensa banale).
Leggi che c'è scritto tra parentesi-dice Fabrizio
... Ti amo (e lui ringrazia).Così esce fuori che sono dei versi in cui la protagonista,alla fine,non è né lei, né un eventuale amore etc,bensì il naso di Fabrizio,che,commosso,non vuole guarire:è grazie a lui,se l'infermiera e il pugile poeta si sono incontrati.Certo:è anche grazie a una bestia che ha picchiato pesante,e per poco non lo faceva crepare con una guancia sul tappeto. Sull'ultimo verso bussano,ancora una volta,come tutti i giorni.Lei fa spallucce,e sorride,poi si alza lentamente e come fa sempre apre e richiude lo stipite.
Ci disturbano sempre-dice,risedendosi sul ciglio del letto.
Fabrizio si sfiora il naso.Immagina il disturbatore molto diverso da come è nella realtà. Perché lo vede in una grande grotta striata di grigio; solo dopo esserci entrato capisce che quell'antro è un ring.Non c'è pubblico.Le nocche dell'impudente ora,però,non sfiorano un parallelepipedo di mogano;no,sono dirette alle sue cicatrici,alle sue ferite principali.Uno così farà strada nella boxe, perché è cattivo,pensa lui.Il cuore,la perseveranza e blabla live;ma se non sei un animale in quel mondo non vai avanti.Poi,come niente,ributta gli occhi sul quadernetto blu,e poi di nuovo in faccia alla sua carceriera.Fa appena in tempo a ricordarsi che i contorni del viso del disturbatore sono opachi e,in tutto quel grigio,non sa proprio chi sia.Se non sentisse in faccia i suoi pugni pesanti neanche saprebbe che è un uomo.
Forse sei pronto-dice lei
...
La vita precedente di lei diviene un richiamo dolce,e vuole osservarla ancora un poco,per capire,ascoltarla.Ma sembra che tutto 'sto tempo non ci sia,nemmeno nascosto in tutta quella pace da clinica del nord.
Si,Fabrizio?
... 
Ho assicurato a Ordigan che quando ti saresti messo in sesto,ti ci avrei fatto parlare
Chi è...Ordigan? -domanda Fabrizio,e assapora una strana familiarità con quel nome,pur non avendolo mai sentito prima.
Indovina...scommetto che questo lo indovini-dice schioccando le dita
Quello che rompeva il cazzo,bussando- dice Fabrizio,che,pur in presenza di una donna,e con delle poesie tra le mani,non dimentica di essere un anima semplice,e adesso pure un po' infastidita.
Dillo meglio...
Parlami di lui.
E davvero l'ascoltatrice di poesie e chiuditrice di porte, inizia a parlare,nei dettagli di 'sto Ordigan.
Solo che,ad ogni sua parola,Fabrizio sente che non la vedrà più così spesso,anzi,ascoltando solo il suono della sua voce,qualcosa gli dice che potrebbe non rivederla più.Cerca allora di memorizzare il suo viso e si dice,ingenuamente,che è tutta colpa dell'uomo che bussava.Poi getta lo sguardo sul muro.
Lui ha capito chi è,e sapeva che prima o poi sarebbe comparso.Ora a quella venuta può associare perfino un nome.
Mi sa che da domani As tears go by dovrò fischiettarmela da solo- pensa 
Raccontami tutta la tua vita-dice poi,sempre guardando il muro,come fosse una richiesta vitale.
Tutte le poesie e le chiacchiere hanno avuto la meglio sul petto di pollo,che è ancora là,affogato nel limone.Lo guardano tutti e due,chiaramente pensando ad altro,qualcosa senza importanza per il mondo fuori.
Di noia si crepa-dice lei,nell'ora esatta in cui fuori fa buio,in una sera di di tarda primavera.

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