Aspettavo come tutte le mattine il tram che mi avrebbe portato all'università. Quest'uomo era seduto sulla panchina, con un grosso zaino accanto e tutta l'aria di chi ha bisogno di una bella doccia e di un pasto caldo. Il mio mezzo era in ritardo. Mi accomodai all'estremità opposta della panchina. Aspettavo. L'uomo mi guardò e senza preamboli di sorta mi chiese se avevo mai sentito parlare di quel treno che non fa mai fermate e non giunge mai a destinazione.
Sorpreso dalla domanda, gli feci cenno di no con la testa. E quello continuò:
"In prossimità delle stazioni il treno rallenta. Da appena modo ai più fortunati di saltare a bordo e ai passeggeri di scendere al volo. La leggenda vuole che chiunque riesca a salire sul treno, non si sa ne come ne perché, poi scenda esattamente nel momento e nel luogo in cui lo attende un tenore di vita migliore di quello alla partenza."
Dato che del mio tram non si vedeva neanche l'ombra, e il racconto mi aveva incuriosito, chiesi all'uomo se avesse mai visto il treno, con i suoi occhi, o se ne avesse soltanto sentito parlare.
E quando quello mi rispose che non solo l'aveva visto ma che addirittura c'era salito, rimasi interdetto. Stavo già pensando ad un paio di modi per liquidare quel barbone dall'evidentemente fervida immaginazione, quando quello cominciò a raccontarmi la sua storia.
" Ho preso per la prima volta il treno che avevo vent'anni. Sono salito come fattorino mal pagato e sceso come giovane avvocato di successo.
Però il lavoro d'ufficio mi annoiava e volevo una carriera più soddisfacente. Non era una brutta vita ma ero giovane e ambizioso e desideravo di meglio.
Sono tornato alla ricerca del treno e alla prima occasione sono balzato di nuovo su, per poi risaltare giù qualche fermata più avanti.
A quel punto ero diventato un produttore di successo e le donne svenivano letteralmente ai miei piedi senza che io facessi nessuno sforzo. Quella nuova vita mi soddisfaceva particolarmente. A volte però mi solleticava il pensiero di quale destino migliore potesse ancora aspettarmi, appena qualche fermata di treno più avanti. Dopo un paio d'anni la curiosità ebbe la meglio.
Così risalii un'altra volta sul treno e poi un'altra e poi un'altra ancora.
A dirti la verità ad un certo punto ho perso il conto.
Ogni volta la nuova vita mi sembrava migliore della precedente. Me la spassavo alla grande ma alla fin fine non era mai sufficiente, non ero mai abbastanza ricco o abbastanza potente e neanche lontanamente abbastanza felice.
In ultimo ero diventato un ricchissimo uomo d'affari, proprietario di metà degli impianti petroliferi mondiali e di diverse banche nazionali.
Chiaro, però, che anche quella volta mi stufai e desiderai avere di più.
Saltai al volo su una delle carrozze per quello che, non lo sapevo ancora, sarebbe stato il mio ultimo viaggio. Qualche fermata dopo balzai giù, come avevo fatto già moltissime volte, nei dieci anni passati. Già pregustavo chissà quali meraviglie ad aspettarmi. Invece mi ritrovai davanti un capotreno con in mano una coperta ed uno zaino in spalla.
*Spero che il viaggio sia stato di suo gradimento, signore* cominciò a dirmi *Sfortunatamente ha terminato tutti i suoi buoni-treno e non può più usufruire dei nostri servizi di trasporto. Mi raccomando di non dimenticare i suoi bagagli. La compagnia le augura buona fortuna. Mi raccomando di consigliarci ai suoi amici.* Ciò detto, lasciò zaino e coperta e se ne andò.
Ero di nuovo nella stessa situazione di quando ero partito la prima volta. Anziché tornare al mio lavoro di fattorino e al mio monolocale in affitto, ho speso gli ultimi 3 anni cercando, in tutti i modi possibili, di salire ancora una volta sul treno. Come puoi immaginare, non ci sono più riuscito."
L'uomo si strofinò il naso e poi mi guardò fisso negli occhi " Ascoltami bene ragazzo. Se potessi tornare indietro mi fermerei alla prima stazione. Sfortunatamente per me, quello della vita, è un viaggio di sola andata".
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